Questa attività, con lo scopo di ridurre la produzione di sottoprodotti e scarti di lavorazione del settore minerario, si è sviluppata su due diverse direzioni.
In una prima fase si sono valutati i sottoprodotti dell’attività mineraria di Eurit presso le sedi Porto Azzurro e Roccastrada. Si sono quindi stilati i piani di ripristino ambientale tenendo in considerazione le volumetrie di materiale di scotico prodotto e programmandone il loro completo riutilizzo all’interno dei profili ripristinati a seguito dell’attività estrattiva.
Nella seconda fase è stata studiata la materia prima derivante dal processo di recupero degli sfridi di produzione del granito grigio sardo. Il granito sardo deferrizzato (BRC01) è stato analizzato e ne è stato studiato il comportamento ceramico. Inizialmente sono stati valutati alcuni parametri legati al materiale ed alla sua produzione, per la definizione delle caratteristiche chimiche e granulometriche dello stesso.
Si è poi valutato il comportamento ceramico di questa materia prima seconda in confronto a materie prime impiegate nel settore ceramico ed aventi caratteristiche simili. Si sono poi studiati possibili addizioni di per favorire la sinterizzazione di questo materiale, e si è individuata la calcite come possibile agente fondente.
Si è quindi studiato questo materiale all’interno di reali miscele di produzione sia di impasti ceramici che di smalti ed engobbi, questo a sostituzione di altre materie prime. Si sono così ottenuti da un lato materiali aventi caratteristiche tecniche equivalenti a quelle delle miscele di partenza contenenti solo materie prime, e dall’altro si è studiato il comportamento di questo materiale in diverse condizioni.
Si è infine valutato un impasto, derivante dagli studi di Unimore, contenente un elevato contenuto di questa materia prima seconda e con un comportamento tecnologico adeguato alla produzione ceramica